Non solo il mio, che ritorno alle amate pagine di questo blog, ma quello di cui scriverò oggi. Si tratta di uno dei più amati personaggi del cinema mondiale. Humphrey Bogart? No, no… e anche Marlon Brando e John Wayne sono le strade sbagliate… di chi sto parlando? Di Harrison Ford, cioè volevo dire, di Indiana Jones!
L’archeologo più famoso del mondo è tornato sul grande schermo portando con successo il quarto capitolo della già fortunata saga cinematografica. Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è uscito poco meno di un mese fa, segnando da subito un record di incassi.
Per chi credeva fosse un revival che puntava soprattutto sulla nostalgia del pubblico per Indy e le sue avventure (e io mi includo nel gruppo), beh… si sbagliava. Per la serie squadra vincente non si cambia ecco un’altra volta Spielberg a firmare la nuova avventura del professor Jones con l’apporto di George Lucas. Alla ricerca del preziosissimo Teschio di Cristallo, Indiana questa volta non si scontrerà con i nazisti, visto che il film è ambientato nel 1957 e lui è abbastanza anziano, piuttosto il nemico da combattere saranno degli spietati agenti dell’Unione Sovietica (siamo in piena Guerra Fredda) guidati dalla pericolosissima e bellissima Irina Spalko (Cate Blanchett). Accanto a lui il grande amore che ha aperto con Ford la serie con Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, l’ancora bella Karen Allen, nei panni di Marion Ravenwood.
Dopo tanti anni credevo di incontrare un nostalgico con il cappello a falda larga e invece… Ford è davvero niente male. La classe non è acqua, e ce lo dimostra mettendo dando vita a un personaggio poco fuori le righe, ma proprio per questo, incredibilmente straordinario. Contenuto e modesto, Indiana Jones riesce così a fare sì che resti esattamente com’era. Solo con qualche ruga in più…
Bene tutto il cast, e lasciatemi sviolinare un po’ la Blanchett che resta il mio modello attoriale prediletto (anche se in Elizabeth – The golden age ha un po’ esagerato…). Bene, che dire ancora?
Ah, sì, l’azione. Certo i colpi di scena e trovate spettacolari non potevano mancare, come mettere in moto il deus ex machina holliwoodiano altrimenti? Ma non ne è stato fatto un uso esagerato. La paura di strafare e rovinare tutto il lavoro è stato l’ingrediente fondamentale che non ha fatto impazzire la salsa, in altre parole, forse più adatte al tema, ha saputo tenere le briglie di questa produzione che alla fine ha saputo fare un buon lavoro meritandosi così i suoi 2.069.314 €, e solo in Italia.
Un vero colpo di frusta…
La Cognata